Il trattamento biologico permette una buona eliminazione delle sostanze inquinanti organiche. Tuttavia, nell’acqua depurata rimangono spesso concentrazioni più elevate di sostanze indesiderate come l’ammonio, che può provocare un aumento del consumo di ossigeno, oppure il fosforo.
Negli corso degli ultimi decenni, nella depurazione delle acque di scarico è stato possibile integrare numerosi processi supplementari per eliminare queste sostanze. I processi principali sono la nitrificazione (rimozione dell’ammonio), l’eliminazione chimica o biologica del fosforo e la denitrificazione (conversione del nitrato in azoto).
Malgrado l’elevato grado di perfezionamento tecnologico, gli impianti di depurazione non possono fare miracoli e riescono a eliminare solo molto parzialmente le sostanze organiche presenti in tracce, i cosiddetti microinquinanti.
Questi microinquinanti sono contenuti in molti prodotti di uso quotidiano, tra cui medicinali, detergenti o prodotti cosmetici e per la cura del corpo. Pur giungendo nelle le acque, attraverso le acque di scarico, solo in concentrazioni molto basse, danneggiano gli organismi acquatici e a lungo termine potrebbero addirittura avere ripercussioni negative sulle risorse di acqua potabile.
La nuova regolamentazione della Legge sulla protezione delle acque
Per questo motivo la Confederazione ha introdotto una modifica della Legge sulla protezione delle acque e dell’Ordinanza corrispondente. La modifica, entrata in vigore all’inizio del 2016, prevede che entro il 2040 circa 100 IDA in Svizzera introdurranno un’ulteriore fase di depurazione per eliminare i microinquinanti. Per questa ulteriore fase di depurazione, viene presa in considerazione anche l’ozonizzazione, già collaudata da tempo nel trattamento dell’acqua potabile.